Indicazioni dell’Archivio Storico Diocesano per la cura e la gestione degli archivi parrocchiali
Gli archivi parrocchiali sono la memoria della Chiesa locale: sono il database della storia delle cellule ecclesiali, anche delle più piccole, nel territorio diocesano.
Neppure la documentazione dei Comuni è pari a quella contenuta negli archivi parrocchiali. Per questo è necessario disporre quelle opportune accortezze per provvedere alla cura e gestione degli archivi parrocchiali, un bene culturale che è parte integrante della vita e della memoria della nostra Chiesa locale.
Documenti
di incalcolabile valore Importantissimi tra tutti i documenti raccolti negli archivi parrocchiali sono i Registri: dei battesimi, dei matrimoni, dei morti, delle cresime e i così detti Stati delle anime. I più antichi registri sono i Registri dei battezzati delle Collegiate: Contigliano, Labro (1664), San Michele Arcangelo al Borgo di Rieti (1682), Antrodoco, Borbona…di incalcolabile valore storico, documentario, religioso, sociale. Gli archivi riuniscono anche raccolte di pergamene contenenti attestati di proprietà e diritti. Nei registri puntualmente venivano riportate le entrate e le spese delle chiese: fonti insostituibili per la storia dell’arte, dell’architettura e della pietà popolare. Le parrocchie nei loro archivi conservano anche le confraternite, molto diffuse sul nostro territorio, benemerite associazioni di laici che assolvevano a una funzione non solo religiosa, ma anche sociale e di carità.
Negli ultimi decenni l’attenzione degli studiosi si è concentrata sui registri che riportano, secondo la data della morte, i nomi dei defunti che avevano fatto lasciti alle chiese o ai conventi, con l’impegno delle Messe in loro suffragio.
Un fenomeno crescente che interessa gli archivi delle parrocchie è quello di quanti li consultano alla ricerca delle proprie radici: non sono solo reatini all’estero, ma anche i qui residenti. Tanti bussano alle porte delle parrocchie per risalire dai registri ai propri antenati.
Indicazioni dell’Archivio Diocesano
Non deve mai mancare la vigilanza del personale addetto delle parrocchie, sia per fissare gli orari, che durante le visite agli archivi parrocchiali; si deve escludere, inoltre, il prestito a chiccessia di qualsivoglia documento.
Archivi al sicuromin una sede adatta
L’avvicendamento dei parroci e il crescente numero di parrocchie sprovviste di una guida residente possono costituire un rischio per la tutela degli archivi. Al fine di evitare che questi restino incustoditi è necessario concentrare gli archivi parrocchiali nella sede della residenza del parroco o in quella di riferimento. Meglio ancora, depositarli nell’Archivio Storico Diocesano. Quest’unica sede va approntata con ogni cura (i materiali sono delicati anche per la loro anzianità) e individuata in base a criteri di capienza, salubrità e sicurezza. Gli archivi andranno raggruppati mantenendo intatta la distinzione per parrocchie e la possibilità di consultazione dei documenti da parte degli studiosi. Da questa cura la necessità di assumere appropriate iniziative. Si impone infatti, per gli archivi parrocchiali, l’ordinamento e l’inventariazione da eseguire il più presto possibile.
Collaborazione tra Stato e Chiesa
L’intesa del 2000 tra il Ministero della Cultura e la Conferenza Episcopale Italiana ha fissato principi per la collaborazione tra Stato e Chiesa nella tutela degli archivi ecclesiali, inclusi quelli parrocchiali. Il Ministero, tramite la Soprintendenza archivistica, fornisce consulenza tecnica per la salvaguardia, in particolare per favorire l’ordinamento, l’inventariazione e il restauro. Le relazioni delle parrocchie con la Soprintendenza archivistica hanno come mediatore l’Ufficio Beni Culturali della diocesi
da «Frontiera» n.3 del 28 gennaio 2022
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